mercoledì 29 marzo 2023

la presunta carta dell’Italia nel Pliocene e i suoi gravi errori


la sbagliatissima carta
che vorrebbe rappresentare l'Italia nel Pliocene
Circola in questi giorni una carta dove sarebbe rappresentata l’Italia del Pliocene. Nella vita la abbiamo vista tutti almeno una volta, vista la sua presenza in quasi tutti i libri di scuola, e oggi viene regolarmente propagandata da diversi siti (purtroppo anche da qualche sito scientifico) nonché dalla onnipresente wikipedia.Ed è proprio quanto di peggio si possa vedere perché la carta è totalmente sbagliata in quanto presuppone nel Pliocene la stessa paleogeografia odierna. Invece è molto difficile trovare nel mondo un’area che negli ultimi 5 milioni di anni sia cambiata in modo così massiccio come quella italiana. E soprattutto si fa presto a dire “Pliocene”, ma tra l’inizio del Pliocene, 5,33 e la sua fine 2.58 ci sono enormi differenze.

Vediamo sommariamente (ci vorrebbe un libro intero…) quanto siano diverse l’Italia del Pliocene e quella attuale, iniziando da quella più macroscopica, la posizione della Calabria o, meglio, dell’Arco Calabro-Peloritano: dal punto di vista geologico la punta NE della Sicilia, tra il Golfo di Patti e la costa ionica a nord di Catania, fa parte dello stesso blocco della Calabria e differisce totalmente dal resto dell’isola. Da qui in poi per semplificare parlerò di “Calabria” ma ricordatevi che in realtà intendo “arco Calabro Peloritano” e quindi tutti i terreni presenti dal massiccio del Pollino alla Sicilia di NE.

L'APERTURA DEL MEDITERRANEO OCCIDENTALE. Vediamo qui sotto come si sono aperti i bacini che compongono il Mediterraneo occidentale. L’antefatto pre-pliocenico è il distacco dal continente europeo tra Catalogna e Provenza del blocco formato da Baleari, Sardegna, Corsica e Arco Calabro - Peloritano e la formazione del bacino ligure – provenzale (in parte noto come il golfo del Leone), avvenuta grossolanamente fra 35 e 20 milioni di anni fa (dalla fine dell’Eocene per tutto l’Oligocene e fino al Miocene inferiore), accompagnata da un tipico vulcanismo di arco magmatico sparso fra Sardegna, Baleari e offshore spagnolo. 
Successivamente il blocco delle Baleari si ferma, mentre Sardegna, Corsica e Calabria ruotano in senso antiorario di una quarantina di gradi. E finita questa rotazione inizia l’apertura del Tirreno meridionale, circa 9 milioni di anni fa, nel Miocene superiore (la cronologia non è ancora molto precisa). Dal Miocene superiore si apre il Tirreno). Vediamo il tutto nella immagine qui sotto.
Il risultato finale, Tirreno compreso, sono stati:
  • la creazione di nuovi bacini a crosta oceanica 
  • lo smembramento della vecchia catena alpina. 
Un indizio importante sul posizionamento originale della Calabria è rappresentato dai graniti della Sila, che sono parte del grande batolite paleozoico dei graniti sardo-corsi.
 

Vediamo ora come nel Pliocene la paleogeografia della regione italiana sia variata in modo notevole con l'alertura del Tirreno e la migraizone verso ESE dela Calabria e la rotazione della catena appenninica, utilizzando le carte di un lavoro di review estremamente interessante e cioè Viti et al (2021), nelle quali per confronto è messa anche la posizione attuale della Calabria.
Per un altro confronto della posizone della Calabria nel tempo potete usare come riferimento in alto nelle figure la punta della striscia gialla che prolunga verso W i Carpazi, la cui longitudine corrisponde in modo "spannometrico" a quella della Calabria attuale.

INIZIO DEL PLIOCENE (5.33 Milioni di anni fa). La prima figura si riferisce all’inizio del Pliocene, che trova già aperto da poco (nel Miocene superiore) il Tirreno settentrionale (nella carta indicato con NT); senza il Tirreno meridionale la Calabria quindi si trovava molto più vicina alla Sardegna di dove è adesso. A Est, in posizione più occidentale rispetto a dove si trova adesso, si sta formando la catena appenninica: essendo in compressione mancavano i bacini intermontani a parte qualcuno in Toscana meridionale, e nel paesaggio dell’Appennino centrale mancavano le superbe vette che ammiriamo oggi. Guardando alla parte più meridionale il fronte che oggi è nello Ionio a E della Calabria lo troviamo dove adesso c’è il Tirreno meridionale. 
Inoltre la Sardegna viveva una stagione di magmatismo piuttosto importante. Contemporaneamente si sono verificate delle rotazioni: una antioraria dell’Appennino centrale e una oraria in Sicilia che hanno consentito nel tempo all’orogene appenninico di raggiungere la sua posizione attuale.

PLIOCENE MEDIO (circa 4 milioni di anni fa). Si evidenzia l’apertura del bacino del Vavilov (la parte in celeste tra Sardegna e Calabria), mentre la Calabria e il fronte compressivo appenninico continuavano a muoversi verso ESE a una velocità media piuttosto alte, stimata nell’ordine dei 6 cm/anno.

FINE PLIOCENE (circa 2.5 milioni di anni fa). Il bacino del Vavilov nel Pliocene superiore ha continuato ad aprirsi e alla finde del peirodo ha ormai assunto le sue dimensioni quasi definitive.



La storia dell'area italiana dall'inizio del Pliocene ad oggi

SITUAZIONE ATTUALE. Nel Quaternario a SE del bacino del Vavilov si apre il bacino del Marsili (evidenziato dalla parte in celeste), che continua ad ampliarsi fino a 700.000 anni fa quando la Calabria si ferma o quasi, raggiungendo la posizione attuale (prima o poi parlerò delle diverse idee su cosa faccia la Calabria, cioè se continua a muoversi anche se molto lentamente oppure no). Sempre 700.000 anni fa le fasi compressive nell’Appennino continuano solo sul fronte padano, mentre in quello centrale e meridionale al regime compressivo si sostituiscono un forte sollevamento e un regime distensivo: si formano così le grandi faglie normali e le vette della catena (ne ho parlato qui). 

Quindi la cosa più importante che discende da questo è che nel Pliocene la paleogeografia era molto diversa da quella attuale e - a cascata -  da quella proposta nell'immagine incriminata, soprattutto per quanto riguarda Calabria e Sicilia. In particolare la Calabria si trovava all’inizio del Pliocene quasi 300 km a WNW da dove è adesso (scusate se è poco), mentre alla fine del Pliocene era ancora a circa 100 km dalla sua posizione attuale.

ARTICOLO CITATO: Viti et al (2021) Basic Role of Extrusion Processes in the Late Cenozoic Evolution of the Western and Central Mediterranean Belts. 
Geosciences 2021,11,499  https:// doi.org/10.3390/geosciences11120499


PS: Da ultimo una selezione (solo una selezione!) degli insulti che mi sono beccato quando ho fatto notare che quella carta sia, per parlare chiaro “una cagata pazzesca” totalmente priva di senso

 





2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie, Aldo, per l'ennesimo interessante articolo!

Gianluca Lovicu ha detto...

Giusto un mesetto fa circa (non ricordo esattamente quando) ho preso una discussione su YouTube con qualche "scienziato da tastiera", scrivendo appunto quel che sanno tutti e che Aldo ha meravigliosamente riportato in questo articolo.

Son stato preso a male parole anch'io, e mi sono permesso di mettere un link a un vecchio articolo, forse di 5 o più anni fa, sempre di questo blog, in cui si spiegava dettagliatamente la meccanica di quest'area...

Spero di non aver attirato degli hater (per giunta presuntuosi visto che credono di saperne di più di studiosi che hanno dedicato la loro vita a ricostruire i movimenti dei continenti)

Oggi come oggi, qualsiasi ignorante crede di sapere tutto. Mondo di pazzi...

Grazie per tutto ciò che fai Aldo, buon lavoro

Gianluca L.